Quota 100: come funziona e le nuove proposte
Quota 100 è un’opportunità per una fascia di lavoratori, che permette loro di andare in pensione anticipatamente, senza penalizzazioni. Si tratta infatti di poter iniziare il periodo della pensione a soli 62 anni, quindi con 5 anni di anticipo rispetto alle regole oggi in atto.
Quota 100: cos’è
Si tratta di un’opzione prevista dal Decreto Legge n° 4 del 2019, che intende essere una sorta di test, per verificare la possibilità di superare la cosiddetta Legge Fornero. Di fatto quest’ultima è ancora del tutto valida, ma sono varie le forze politiche che ritengono sia doveroso rivedere i criteri per l’ottenimento della pensione di anzianità.
Anche Quota 100 sarà modificata nel prossimo futuro, è stata infatti prevista come una sorta di modifica di prova: iniziata nell’aprile 2019, terminerà nel 2021; di fatto le coperture sono oggi disponibili e previste solo per tutto il 2020. Sono molti coloro che dichiarano che questo anticipo pensionistico potrebbe causare un ammanco nelle casse dell’INPS decisamente significativo.
Come funziona
Il nome Quota 100 spiega in modo abbastanza chiaro quali sono i termini della questione. Si tratta infatti dell’opportunità di percepire in anticipo la pensione di anzianità per tutti coloro che hanno compiuto i 62 anni, e che hanno almeno 38 anni di contributi. Il numero 100 deriva quindi dal concetto: 62 anni di anzianità + 38 anni di lavoro.
Per poter richiedere la pensione di anzianità approfittando di Quota 100 è necessario aver maturato le condizioni sopra indicate da almeno 3 mesi per i lavoratori del settore privato. I lavoratori del settore pubblico dovranno invece aver maturato tali requisiti da almeno 6 mesi. Quindi di fatto nel 2019 i primi beneficiari di Quota 100 avevano 62 anni di età e 38 anni di contributi al 31 dicembre 2018.
Questa formula provvisoria continuerà per altri 2 anni, quindi avrà termine il 31 dicembre 2021. Le forze di Governo stanno già presentando alcune proposte come alternativa a Quota 100.
Stiamo comunque parlando di misure che necessitano delle dovute coperture, decide di anno in anno dalla Legge di Bilancio. Per il 2020 tale legge ha rinnovato le coperture finanziarie, per il 2021 non è detto che le cose andranno necessariamente nel medesimo modo.
Come si va in Pensione in Italia
La cosiddetta Legge Fornero è in realtà un’intera riforma, che ha ritoccato in modo sensibile il funzionamento del sistema pensionistico italiano. Da anni ormai dei cambiamenti erano necessari, soprattutto a causa del prolungarsi dell’aspettativa di vita.
Si è trattato di una riforma epocale, che ha effettuato cambiamenti importanti. Il primo ha riguardato l’adeguamento delle pensioni per le donne alle disposizioni vigenti per gli uomini, innalzando il tetto di età minima da 60 a 65 anni. Da oggi permane uno scarto, tra età pensionabile maschile e femminile, di circa 1 anno.
Inoltre la riforma ha introdotto nella gestione pensionistica il concetto di aspettativa di vita. Di fatto oggi l’età minima per ottenere la pensione di anzianità si innalza con il passare degli anni.
Dal 2010 fino all’inizio 2019 si è poi voluto dare un taglio ai prepensionamenti, che avvenivano attraverso il concetto di quote: considerando il cumulo tra l’età anagrafica e il periodo di versamento dei contributi pensionistici.
Ad oggi da più parti si sente dire che la riforma, seppur necessaria, presenti delle caratteristiche da correggere. Quota 100 ha rappresentato un primo passo per testare possibili alternative.
Qualche chiarimento su Quota 100
Quota 100 è compatibile esclusivamente ad attività lavorativa occasionale, che non porti a percepire più di 5.000 euro di compensi annui totali. Chi desidera andare in pensione secondo questo tipo di opportunità deve quindi cessare la propria attività lavorativa.
Un altro elemento interessante riguarda il TFR, Trattamento di Fine Rapporto. Chi va in pensione seguendo le regole pregresse, quindi la Legge Fornero, riceve il TFR quando cessa il proprio rapporto lavorativo. Se invece si ha la possibilità di ottenere la pensione anticipata, secondo Quota 100, il TFR sarà disponibile al raggiungimento dell’età pensionabile, che oggi è fissata a 67 anni.
Quindi possono trascorrere fino a 5 anni prima di poter ottenere questo riconoscimento economico, spesso decisamente molto ingente.
Il decreto legge contiene anche una nota che propone l’opportunità di andare in pensione a 59 anni per coloro che hanno già raggiunto i 35 anni di contributi. Questo tipo di opportunità è però valido solo per coloro che operano all’interno di aziende che hanno stipulato precisi accordi con i sindacati. Tali accordi prevedono un turn over immediato per la sostituzione di chi è andato in pensione anticipatamente.
Le proposte per il futuro
In pratica quindi Quota 100 sarà attiva anche per tutto il 2020; quindi chi raggiungerà i 38 anni di contributi, con 62 anni di età, potrà richiedere, dopo un minimo di 3 mesi, di ottenere la pensione.
Il Governo dovrà poi decidere se eliminare questa opportunità, se attivarne altre, o se mantenerla nel tempo. Visto che tale decisione riguarda già la Legge di Bilancio 2020, che prevede i tetti di spesa per l’anno successivo, il dibattito politico è già molto vivace.
Tra le varie proposte c’è anche quella di una Quota 100 generalizzata, pur con il paletto di almeno 20 anni di contributi. Quindi si tratterebbe di aprire tale opportunità anche a chi ha, per fare un esempio, 59 anni di età e 41 anni di contributi. In sostanza con questa visione Quota 100 si aprirebbe ad una platea molto ampia, che comprenderebbe soggetti di età assai diverse tra di loro.
Alcuni soggetti politici hanno invece parlato di una possibile Quota 102, con i medesimi requisiti della precedente opzione, ma per coloro che hanno 64 anni di età. C’è chi ha proposto invece una fantomatica Quota 41; in questo caso non si tratterebbe del cumulo tra l’età anagrafica e gli anni di contributi previdenziali, ma solo di questi ultimi. Con possibilità per chi lo desidera di continuare a lavorare ulteriormente, aumentando di fatto l’assegno mensile. Si è sentita anche Quota 99, per lavoratori di 64 anni con 35 anni di contributi.
Il dibattito è decisamente acceso, anche perché ci si attendeva una forte adesione a Quota 100, che in realtà si è avuta solo in alcuni settori. A conti fatti tra le opzioni papabili si valuta la possibilità di consentire la pensione anticipata a chi ha compiuto almeno 62 anni, con una penalizzazione sull’assegno per tutti gli anni che mancano al raggiungimento dell’età pensionabile, che oggi è fissata a 67 anni.