Codici tributo: Cosa sono, Elenco Codici e Come si usano

I codici tributo sono delle stringhe di cifre e lettere, utili per identificare ogni singola tassa, imposta e tributo da pagare in Italia. In pratica chiunque debba compilare un modello F24, o F23 ha quindi la necessità di conoscere il codice tributo specifico, corrispondente al tributo che deve saldare in quel momento.

Codici tributo: cosa sono?

Nel nostro Paese per saldare qualsiasi tipologia di tassa o imposta, ed eventuali sanzioni e interessi ad esse correlati, è necessario conoscere il preciso codice tributo da utilizzare. Sostanzialmente ogni tributo ha un codice che lo identifica; stiamo parlando di centinaia di codici tributo, un elenco esaustivo dei quali è disponibile sulle pagine del sito dell’Agenzia delle Entrate. Quando ci si trova nella situazione di dover pagare una tassa attraverso l’apposita modulistica, è infatti necessario inserire il codice della tassa in questione. Sono costituiti da 4 caratteri, che nella maggior parte dei casi sono cifre, solo in casi particolari subentrano anche delle lettere.

Inoltre si può notare che ad ogni tributo poi corrispondono cifre simili, in modo da poter raggruppare in modo più semplice i codici; per fare un esempio, i codici tributo IRPEF cominciano sempre con 40, per terminare poi con altre due cifre che identificano le scelte in fatto di rateizzazione o meno. I codici tributo per l’IVA cominciano quasi tutti con il numero 6. Sono però diversi dai codici IVA per la fattura elettronica, che sono composti da 2 sole cifre. Un esempio di codici tributo che contengono delle lettere sono quelli che identificano le tasse scolastiche, che cominciano per TSC.

Elenco Codici Tributo

Sono numerosi i tributi che moltissimi contribuenti pagano periodicamente, utilizzando il classico modello F24. Questo modello si può utilizzare per pagare direttamente i tributi, in banca o presso un ufficio postale, o anche tramite i servizi di Home Banking. Numerosi italiani saldano buona parte dei tributi attraverso un sostituto d’imposta, ossia il datore di lavoro; oppure chiedono aiuto a un CAAF o a uno studio di commercialista. In questi casi non hanno la necessità di conoscere i codici tributo, in quanto sono altri soggetti coloro che compilano il modello F24. Tra i codici tributo più utilizzati ricordiamo quelli necessari per pagare:


IRPEF
Interessi sul ravvedimento IRPEF 1989
Saldo 4001
Acconto prima rata 4033
Acconto seconda rata o unica soluzione 4034
Sanzione pecuniaria IRPEF 8901
 

Addizionale comunale IRPEF

Interessi sul ravvedimento addizionale comunale IRPEF 1998
Autotassazione acconto 3843
Autotassazione saldo 3844
Interessi pagamento dilazionato 3857
Sanzione 8926
 

ICI

Interessi 3906
Sanzioni 3907
Abitazione principale 3940
Terreni agricoli 3941
Aree fabbricabili 3942
Per tutti gli altri fabbricati 3943
 

IMU

Abitazione principale Comune 3912
Fabbricati ad uso strumentale Comune 3913
Terreni Comune 3914
Terreni Stato 3915
Aree fabbricabili Comune 3916
Aree fabbricabili Stato 3917
Per tutti gli altri fabbricati Comune 3918
Per tutti gli altri fabbricati Stato 3919
Interessi da accertamento Comune 3923
Sanzioni da accertamento Comune 3924
Immobili ad uso produttivo gruppo catastale D Stato 3925
Immobili ad uso produttivo gruppo catastale D incremento Comune 3930
Tarsu Tariffa gestione rifiuti urbani 3920
Tariffa gestione rifiuti urbani interessi 3921
Tariffa gestione rifiuti urbani sanzioni 3922
Tosap/cosap Occupazione permanente spazi ed aree pubbliche 3931
Occupazione temporanea spazi ed aree pubbliche 3932
Interessi 3933
Sanzioni 3934
 

Interessi pagamenti rateali

Pagamento dilazionato modello di versamento unitario 1668
Pagamento dilazionato tributi regionali 3801
 

Addizionale regionale IRPEF

Interessi ravvedimento addizionale regionale IRPEF 1994
Addizionale regionale IRPEF 3801
Sanzione addizionale Regionale IRPEF 8902
 

Tares

Tassa sui rifiuti 3944
Tassa sui rifiuti interessi 3945
Tassa sui rifiuti sanzioni 3946
Tariffa rifiuti 3950
Tariffa rifiuti interessi 3951
Tariffa rifiuti sanzioni 3952
Maggiorazione 3955
Maggiorazione interessi 3956
Maggiorazione sanzioni 3957
Tasi Abitazione principale e pertinenze 3958
Fabbricati rurali ad uso strumentale 3959
Aree fabbricabili 3960
Per altri fabbricati 3961
Interessi 3962
Sanzioni 3963
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IVA

Interessi 1668
Versamento mensile 6001-60012
Acconto per IVA mensile 6013
Versamento Trimestrale 6031-6034
Versamento acconto annuale 6035
Crediti IVA trimestrali 6036-6039
Versamento IVA annuale 6099
Sanzioni 8921

Codici tributo: come si usano?

L’utilizzo dei codici tributo è semplice e intuitivo e si effettua sull’apposita modulistica per il pagamento dei tributi. In particolare si utilizza il modello F24, che oggi serve per il pagamento della stragrande maggioranza di tasse, tributi, sanzioni e questioni simili, di tipo nazionale, regionale o comunale. Questo modulo è stato introdotto negli ultimi anni, per riunire tutta la modulistica un tempo diversificata a seconda del tributo da saldare. Per alcuni casi, come ad esempio le contravvenzioni, le concessioni demaniali e le imposte di registro, si utilizza ancora il modello F23, che in futuro sarà però dismesso, a favore del nuovo modello unificato.

All’interno del modello F24 è possibile visualizzare specifiche sezioni, dedicate agli enti locali o all’erario, suddivise poi in colonne. La prima colonna è denominata Codice tributo, appunto. Proprio all’interno di questa colonna si deve inserire il codice che identifica il tributo da saldare.

Codici Tributo: Quali?

Come abbiamo detto di fatto tutti i tributi da pagare in Italia sono identificabili attraverso uno specifico codice. Alcuni riguardano solo casi particolari, si pensi ad esempio alle tasse ipotecarie o al bonus TV di cui possono usufruire i negozianti che vendono apparecchi televisivi atti alla visualizzazione del digitale terrestre nel nuovo formato che sta per essere introdotto. Altri codici tributo invece sono ben noti a molti contribuenti, perché li utilizzano periodicamente per pagare di fatto le tasse, un termine che riunisce in sé tutte le varie voci presenti all’interno di un modello F24.

Con i codici tributo poi si identificano anche eventuali sanzioni, sia nel caso in cui il contribuente voglia approfittare dell’istituto del Ravvedimento Operoso; sia nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate abbia inviato al contribuente una comunicazione di un ammanco o di un errore nei pagamenti già effettuati. Particolari codici tributo poi sono utilizzati per identificare gli interessi da pagare su eventuali rateizzazioni dei tributi da pagare. (Vedi anche: Codici tributi IRPEF)

Codici Tributo e Interessi

Alcuni tributi possono essere pagati in modo rateizzato, questo avviene ad esempio per l’IVA; in questi casi è il contribuente a decidere come pagare, anche se esistono dei criteri secondo cui effettuare la scelta. Nel caso in cui il contribuente riceva una cartella esattoriale, a causa di un tributo non saldato, o pagato in difetto, il contribuente può richiedere di pagare quanto dovuto in comode rate.

È necessario inviare una domanda presso gli uffici preposti dell’Agenzia delle Entrate locali, oppure attraverso gli strumenti online, o ancora utilizzando gli indirizzi di Posta Elettronica Certificata, disponibili sulla cartella esattoriale ricevuta dal contribuente. Se il debito è superiore ai 60.000 euro è necessario allegare alla richiesta di rateizzazione anche tutta la certificazione riguardante l’ISEE del contribuente. Prima di procedere con i pagamenti è necessario attendere § alla richiesta di rateizzazione; il debito potrà essere suddiviso in rate, fino a un massimo di 72 rate a scadenza mensile. Il contribuente può richiedere di pagare con rate costanti nel tempo, oppure con rate crescenti.

Coloro che non sono in grado di sostenere il pagamento delle rate calcolate suddividendo il debito in 72 rate, possono ottenere di dilazionarlo in 120 rate di importo costante. Questo caso si verifica quando l’ammontare della singola rata supera il 20% delle entrate mensili del nucleo famigliare di cui il contribuente fa parte. Su tali somme si pagano ovviamente degli interessi, cosiddetti di mora. Gli interessi sono da saldare anche nel caso in cui il contribuente non abbia ricevuto alcun tipo di cartella esattoriale, ma decida invece di dilazionare su più rate il pagamento di un tributo dovuto all’Erario o agli enti locali.

Sanzioni e ravvedimento operoso

Oltre agli interessi sulle cifre pagate in ritardo, il contribuente che ha ricevuto una cartella esattoriale troverà in essa anche il calcolo delle sanzioni dovute, che vanno saldate utilizzando un apposito codice tributo, diverso a seconda del tributo per il quale si è ricevuta la cartella. Il contribuente che si accorge di aver omesso un pagamento, o di aver saldato un tributo in forma minore rispetto a quanto dovuto, può ricorrere al ravvedimento operoso. In altre parole ci si dichiara colpevoli del pagamento errato e si regolarizza la situazione, prima di ricevere un accertamento.

In questi casi si deve intervenire pagando l’imposta dovuta, gli interessi calcolati al tasso legale annuo (partendo dal giorno in cui si sarebbe dovuto saldare il tributo), la sanzione, in una misura ridotta. La sanzione in questi casi va calcolata considerando quanto tempo è trascorso dal giorno in cui si sarebbe dovuto pagare il tributo; d’altra parte stiamo comunque parlando di percentuali decisamente basse. Se si ricorre al ravvedimento forzoso entro 30 giorni dalla scadenza la sanzione dovuta è pari all’1,5% del tributo da saldare, per fare un esempio.

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