Detrazioni figli a carico

Detrazioni figli a carico: vediamo il funzionamento con i requisiti, i calcoli e qualche esempio pratico.

Allo stato attuale per ridurre la tassazione uno strumento utile sono le detrazioni fiscali, uno sconto sull’Irpef. Uno di questi è rappresentato dalle detrazioni figli a carico.

Il vantaggio fiscale per un contribuente con figli a carico è riconosciuto dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi ed è una detrazione d’imposta, vale a dire una riduzione dell’importo IRPEF a carico. Poiché lo sconto è riconosciuto direttamente dal  datore di lavoro esso consisterà in una somma direttamente a disposizione in busta paga, originato da un minor importo di imposte.

Quali figli sono considerati a carico?

Per avere diritto alle detrazioni figli a carico è necessario che nel nucleo familiare del contribuente siano presenti figli che percepiscano redditi complessivi non superiori a € 4.000, compresi eventuali oneri deducibili ed includendo ogni altro eventuale reddito che non insista su quello totale perché soggetto a tassazioni sostitutive o ne sia esente. Ove mai il figlio a carico dovesse raggiungere il tetto reddituale durante l’anno, la detrazione si perde interamente perché il tetto si riferisce all’intero anno fiscale.

Al compimento dei 24 anni la soglia si abbassa in modo sostanziale, fino a 2.840,51 euro. Anche in questo caso si considerano gli anni solari per intero. Quindi se un figlio compie i 24 anni nel corso del prossimo anno, la soglia di reddito da considerare per l’eventuale detrazione è quella più bassa, a partire dal 1° gennaio. Questo anche nel caso in cui il figlio compia i 24 anni a novembre o dicembre.

Detrazioni figli a carico: chi ne può beneficiare?

Tanto il lavoratore dipendente che il pensionato può beneficiarne, previa comunicazione degli elementi componenti il nucleo familiare al sostituto d’imposta. In assenza di ulteriori comunicazioni successive il nucleo si considererà sempre invariato.
Per quanto riguarda i genitori, possono suddividere la detrazione al 50%. Oppure possono decidere di attribuire la detrazione sul genitore che ha ricavi maggiori nel corso dell’anno, per evitare di scendere al di sotto delle soglie di incapienza.

Detrazioni figli a carico: come si calcolano?

Il totale delle somme da detrarre varia in modo inversamente proporzionale ai redditi annuali complessivi, arrivando allo zero per redditi dagli € 95.000,00 in su (valore che scende a 80.000,00 per altri familiari).

Il massimo ammontare della detrazione è di:

  1. € 1.200,00 per ogni figlio che non abbia compiuto il 3° anno d’età;
  2. € 950,00 per i figli che abbia già compito il 3° anno d’età.

A questi importi si devono sommare € 200,00 (per ogni figlio) se si hanno più di tre figli ed € 400,00 per ogni figlio eventualmente disabile.

Quindi la formula esatta per il calcolo è questa:

  1. Sottrarre a 95.000 il reddito effettivo totale (diminuito delle deduzioni per l’abitazione principale ed aumentato del reddito eventuale da immobili con cedolare secca);
  2. Prendere il risultato e dividerlo per 95.000;
  3. Prendere la detrazione teorica e moltiplicarla per il risultato della precedente divisione.

La formuletta è: detrazione di default [(95000 – reddito totale) : 95000], tenendo presente che per ogni figlio in più vanno aggiunti € 15.000 ai 95.000.

I redditi dei figli

Quando si calcolano i redditi del figlio a carico è necessario considerare anche:

  • Eventuali redditi ottenuti da locazioni o da immobili di proprietà del figlio, anche in comproprietà con i genitori.
  • Qualsiasi tipologia di retribuzione, anche quelle ottenute da Organizzazioni internazionali o Enti di vario genere.
  • Redditi ottenuti da lavoro autonomo o occasionale che sono sottoposti a ritenuta d’acconto.
  • Le somme ricevute da lavoro prestato in zone di frontiera, anche se esenti da tassazione.

Non si devono invece considerare borse di studio, pensioni di invalidità o anche tutti i redditi che sono tassati alla fonte, come ad esempio vincite al gioco o redditi da attività sportiva; questi ultimi solo fino al tetto massimo di 10.000 euro all’anno.

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