Sconto in fattura: come funziona con Ecobonus e Sismabonus al 110%
Lo sconto in fattura è una delle opzioni previste dal nuovo Ecobonus al 110% e dal Sismabonus. Si tratta di un’ottima opportunità per chi necessita di effettuare lavori di efficientamento sulla propria abitazione; grazie allo sconto in fattura può infatti ottenere un abbassamento totale di quanto dovuto. In pratica la norma permette di migliorare la propria abitazione senza spendere neppure un euro.
Come funziona lo Sconto in fattura per Ecobonus e Sismabonus
La legge che prevede la possibilità dello sconto in fattura è il Decreto Rilancio, approvato nel corso del maggio 2020. Questa norma è attiva sin dal 1° luglio 2020, ma non tutti i contribuenti ne hanno ancora approfittato.
Si tratta di fatto della possibilità di cedere il credito fiscale all’azienda che effettua i lavori. Il risultato finale è un diretto sconto in fattura. L’azienda infatti emetterà comunque la fattura per i lavori svolti, il pagamento però è effettuato utilizzando il credito fiscale del contribuente.
Visto che tale credito è pari al 110% del valore dei lavori svolti, il cliente non dovrà pagare nulla all’azienda.
I regolamenti dell’Agenzia delle Entrate
Come è avvenuto in passato per qualsiasi tipologia di bonus di questo genere, per ottenere l’Ecobonus e il Sismabonus al 110% è necessario attenersi scrupolosamente a quanto richiesto dall’Agenzia delle Entrate.
Si può trovare online tutto ciò che riguarda il nuovo Ecobonus e Sismabonus, compreso ciò che concerne lo sconto in fattura, sulla guida appositamente approntata.
L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato anche le FAQ sull’argomento,in modo che ogni contribuente abbia risposta anche ai quesiti particolari e originali. Da notare soprattutto una questione fondamentale: si può accedere ai superbonus al 110% effettuando uno dei lavori previsti dal decreto rilancio.
I lavori suddetti sono esclusivamente i seguenti:
- Isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate che
interessano l’involucro degli edifici, compresi quelli unifamiliari, con un’incidenza
superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio. - Sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti
centralizzati per il riscaldamento, e/o il raffrescamento e/o la fornitura di acqua
calda sanitaria sulle parti comuni degli edifici. Oppure con impianti per il riscaldamento,
e/o il raffrescamento e/o la fornitura di acqua calda sanitaria sugli edifici
unifamiliari o sulle unità immobiliari site all’interno di edifici plurifamiliari. - Interventi per l’efficientamento antisismico tra quelli citati all’articolo 16 del decreto legge n° 63/2013, ai commi da 1-bis a 1-septies.
Sconto in fattura: gli infissi
Il decreto rilancio prevede anche che per i contribuenti che effettuano i suddetti lavori sia possibile ottenere il superbonus anche per altre attività di miglioramento energetico.
Stiamo parlando di tutti i lavori previsti in tema di ecobonus, così come per l’installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici e il posizionamento di impianti fotovoltaici.
Nello specifico è possibile quindi dichiarare che la sostituzione degli infissi gode del superbonus, con sconto in fattura. A patto che sia effettuata congiuntamente ad uno dei lavori predetti, definiti trainanti.
Sconto in fattura: la ristrutturazione
Per quanto riguarda invece le opere di ristrutturazione, non comprese all’interno dei alvori definibili come efficientamento energetico o sismico, si mantengono le detrazioni disponibili in precedenza. Da alcuni anni infatti i contribuenti hanno la possibilità di richiedere una detrazione, pari a quote che vanno dal 50 all’85%, per quanto riguarda varie tipologie di ristrutturazioni. Tra cui possiamo citare, a titolo d’esempio, il posizionamento di strumentazione domotica o di impianti per la tutela della sicurezza.
Il Decreto Rilancio prevede comunque che anche per questa tipologia di lavori il contribuente possa scegliere lo sconto in fattura, o la cessione del credito a terzi.
Sconto in fattura o cessione del credito
I due concetti sono simili, ma non sovrapponibili. Il contribuente che sceglie la via dello sconto in fattura di fatto cede i crediti spettanti per i lavori di efficientamento all’azienda che li ha effettuati.
Questa non è l’unica scelta possibile; la norma prevede infatti la possibilità di cedere i crediti a terzi soggetti, quali ad esempio istituti di credito. Stiamo parlando di un’opportunità comunque ghiotta. In pratica la fattura può essere saldata tramite un “prestito”, che sarà poi ripagato cedendo i crediti fiscali del contribuente alla banca.
In questo caso è possibile che l’offerta del singolo istituto di credito preveda per il contribuente il pagamento di una percentuale della cifra dovuta.
Per conoscere le proposte degli istituti di credito è però necessario andare a verificarle caso per caso.
Alcune precisazioni
Occorre anche precisare che la Guida dell’Agenzia delle Entrate tratta anche di tutte le specifiche necessarie perché i lavori effettuati siano ammessi all’interno del super bonus al 110%. Per quanto riguarda l’ecobonus, è necessario che i lavori svolti aumentino almeno di 2 classi la classe energetica dell’edificio su cui sono effettuati. O almeno il raggiungimento della classe massima possibile.
Inoltre sono indicati precisi limiti di spesa, che riguardano globalmente gli interventi svolti sul singolo edificio, ma anche i singoli lavori. Oltre che i materiali da utilizzare e le tecniche più adatte.
Necessario è anche avere a disposizione l’asseverazione di tutti i lavori, compilata da un tecnico specializzato. L’APE, Attestato di Prestazione Energetica, deve essere disponibile per lo stato dell’immobile prima dei lavori e al termine degli stessi (i due attestati devono essere redatti da due professionisti differenti).
Stiamo parlando quindi di una serie di indicazioni, volte a evitare che qualsiasi lavoro di ristrutturazione sia inserito nel bonus al 110%. Chi volesse approfittare di questa opportunità deve, come prima cosa, contattare un tecnico che sia in grado di indicare i lavori da svolgere e le modalità per poter rientrare nella normativa vigente. Il rischio è quello di dover restituire allo Stato l’intera detrazione goduta, oltre a una multa salata.