Fondo pensione aperto: come funziona?
Fondo pensione aperto: quali sono le cose da sapere?
I fondi pensionistici sono un piano futuro di grande validità per chi non intende vivere una vecchiaia fatta di ristrettezze economiche. Ecco perché oggi ti parleremo del fondo pensione aperto e del perché faresti bene a considerarlo come soluzione.
Il fondo pensione aperto è per sua natura contrapposto al fondo pensione chiuso. Con la parola “aperto” si fa infatti riferimento alla flessibilità dello stesso, che resta accessibile a chiunque abbia il desiderio di richiederlo a prescindere dalla propria professione. Possono pertanto accedere al fondo aperto i lavoratori autonomi, quelli dipendenti e anche i liberi professionisti.
Nel caso di un fondo pensionistico chiuso, invece, ci troviamo davanti ad una soluzione più selettiva, messa a disposizione solo di quei lavoratori a cui viene applicato un contratto di tipo collettivo, che resta a sua volta strettamente correlato alle regole imposte da enti, regioni o aziende.
Nel caso dei fondi pensione aperti il capitale può essere gestito da una banca, da una società di intermediazione o da una compagnia assicurativa.
Ma quali altre cose bisogna sapere prima di stipulare un accordo di piano pensionistico?
Di seguito, qualche indicazione circa i diversi piani di pensionistica complementare.
Fondo pensione aperto: una guida utile
Il mondo della pensionistica, come vedremo nel corso di quest’articolo, è ampio e ben strutturato.
La pensionistica complementare – nata come una servizio aggiuntivo e “di scorta”, se così lo si può definire – si sviluppa infatti attraverso la disposizione di diversi fondi pensione, i quali hanno come obiettivo quello di mettersi al servizio di chiunque intenda tutelare il proprio futuro.
I fondi pensione sono per questo da intendere come un salvadanaio in cui vengono raccolti i contributi versati dagli aderenti al servizio. Come abbiamo visto, le diverse misure pensionistiche possono dividersi in fondi pensione aperti, fondi pensione chiusi (negoziali o contrattuali) e piani individuali pensionistici (noti anche sotto la sigla PIP).
Proviamo a scoprire a cosa servono questi ultimi.
Piani individuali pensionistici: che cosa sono?
A cosa facciamo riferimento quando parliamo di piani individuali pensionistici? I PIP costituiscono una tipologia di pensione complementare. Possiamo pensare ad essi come a delle forme di previdenza da integrazione alla pensione che al lavoratore già spetta. La peculiarità di questa previdenza complementare, tuttavia, risiede nel fatto che i piani individuali pensionistici possono essere emessi e gestiti unicamente dalle società assicurative. Possiamo riconoscere come PIP, ad esempio, le classiche assicurazioni sulla vita o sulla morte.
Come funziona in questi casi? L’assicurazione versa in favore dell’assicurato una liquidazione del capitale, accumulato negli anni attraverso il premio. Le circostanze in cui questa è rilasciata però sono due: il primo è il decesso della persona che ha scelto di stipulare il contratto di assicurazione (in questo caso di parla di assicurazione sulla morte e saranno i familiari del deceduto a beneficiare del fondo); il secondo caso, invece, permette a costui di beneficiare di una somma stabilita oltre una certa età (si parla, a tal proposito, di assicurazione sulla vita).