Disoccupazione INPS: cos’è la NASpI

L’indennità di disoccupazione INPS si chiama NASpI, un acronimo che sta per Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego. Contrariamente a quanto si pensi questa indennità non spetta di diritto a tutti coloro che perdono il lavoro. Per poterla ottenere è necessario essere in presenza di precisi e specifici requisiti.
Riguarda esclusivamente i lavoratori dipendenti e, nello specifico, tutti coloro che perdono il lavoro contro la loro volontà. Quindi essere disoccupati non è l’unico requisito necessario per ottenere l’indennità da disoccupazione.

I requisiti della disoccupazione INPS

La disoccupazione INPS, o NASpI, è garantita solo a chi possiede i seguenti requisiti:

  • Essere disoccupati, in modo del tutto involontario.
  • Firmare la Dichiarazione di Immediata Disponibilità al Lavoro.
  • Nei 4 anni precedenti alla disoccupazione aver versato almeno 13 settimane di contributi.
  • Nei 12 mesi precedenti alla disoccupazione aver lavorato per almeno 30 giorni; dal computo si escludono periodi di malattia, cassa integrazione, congedo di maternità e congedo parentale. Si devono escludere anche permessi correlati alla Legge 104.

L’involontarietà della disoccupazione non sussiste nel caso in cui ci si licenzi autonomamente, senza ricorrere alla conciliazione con il datore di lavoro. Può ottenere la NASpI chi si è dimesso per giusta causa, oppure coloro che risolvono il contratto di lavoro in modo consensuale con il datore di lavoro stesso.
Se l’azienda propone al lavoratore di licenziarsi, o egli rifiuta di spostarsi nel momento in cui l’azienda si sposta di più di 50 km, l’indennità di disoccupazione INPS è comunque concessa.

Oltre ai requisiti sopra indicati, il disoccupato può ottenere la NASpI solo se sottoscrive un impegno alla ricerca attiva di un nuovo posto di lavoro. Per fare ciò si deve recare presso il Centro per l’Impiego che si occupa della zona in cui risiede il lavoratore.

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Richiedere la NASpI

Questo tipo di incentivo non viene automaticamente riconosciuto al lavoratore. Per ottenere l’indennità di disoccupazione INPS è necessario effettuare apposita richiesta. La domanda va inviata all’INPS per via telematica, utilizzando appositi link disponibili sul sito dell’Istituto per la previdenza sociale.
Sono numerosi i lavoratori che non riescono ad utilizzare tale strumento, è però possibile approfittare dell’aiuto da parte dei CAAF per adempiere a tale obbligo in modo rapido. Per altro il costo di tale servizio è minimo, affrontabile da chiunque. Anche alcuni patronati sono in grado di aiutare i lavoratori nell’effettuare la richiesta della NASpI; al numero 803164 si può parlare con il contact center dell’INPS (06164164 da rete mobile).

La domanda deve essere effettuata entro 68 giorni dalla data in cui si cessa il rapporto lavorativo. Se la richiesta viene consegnata oltre questo tempo limite l’INPS ha la facoltà di negare al lavoratore il godimento dell’indennità di disoccupazione.
Se il rapporto di lavoro viene interrotto dopo un periodo di maternità o di malattia, il calcolo dei 68 giorni inizia al termine di tali periodi. Lo stesso dicasi in caso di vertenze sindacali o indennità di mancato preavviso. Se il licenziamento avviene per giusta causa la richiesta di indennità deve essere consegnata entro il 38 giorno dal termine del rapporto lavorativo.

Se durante il periodo di 68 giorni successivi al licenziamento una lavoratrice si avvale dell’indennità di maternità, il conteggio viene sospeso, per riprendere al termine del godimento di tale indennità, calcolando i giorni rimanenti. La medesima cosa si verifica nel caso in cui un lavoratore durante 60 giorni dalla cessazione del rapporto lavorativo sia colpito da malattia indennizzabile dall’INPS o in caso di infortunio sul lavoro o malattia professionale.

Le categorie professionali interessate

Non tutti i lavoratori possono richiedere la NASpI, si tratta infatti di un’indennità rivolta esclusivamente ai lavoratori dipendenti, preclusa a specifiche categorie.
Tale indennità è rivolta a tutti i lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro; in tale categoria si possono comprendere anche gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperative che hanno un rapporto di lavoro subordinato; il personale artistico; i dipendenti a tempo determinato della pubblica amministrazione.

Non possono richiedere tale indennità:

  • I dipendenti della PA a tempo indeterminato.
  • Gli operai agricoli.
  • I lavoratovi non comunitari che sono in possesso di permesso di soggiorno per lavoro stagionale.
  • I lavoratori che, al momento di inizio del periodo di disoccupazione, hanno già raggiunto l’età pensionabile, o requisiti equipollenti.
  • I lavoratori che richiedono l’assegno ordinario di invalidità; tale indennità può infatti essere alternativa alla NASpI.

Per quanto tempo è riconosciuta la Disoccupazione INPS

Il calcolo dell’Indennità di disoccupazione INPS riguarda sia la durata della misura, sia l’ammontare dell’assegno mensile.
L’indennità è riconosciuta per un periodo di tempo pari alla metà delle settimane contributive presenti nei 4 anni precedenti al licenziamento. In sostanza se il precedente lavoro è stato continuativo per almeno 4 anni, si possono ottenere fino a 2 anni di indennità di disoccupazione INPS.
Nel caso in cui un soggetto disoccupato decida di avviare un’impresa autonoma, può richiedere che la NASpI a lui spettante sia versata in un’unica soluzione, per poterla utilizzare per l’avvio della nuova attività lavorativa.

Nel momento in cui si trova un altro lavoro, con un contratto non superiore ai 6 mesi, la NASpI viene sospesa, per poi ricominciare al termine di suddetto contratto. Se il disoccupato trova lavoro in un Paese dell’Unione Europea con cui il nostro Paese ha una convenzione in fatto di assicurazione sulla disoccupazione, l’indennità viene sospesa.
Si perde invece completamente il diritto ad ottenere la NASpI quando si trova un nuovo lavoro, con contratto a tempo indeterminato o a tempo determinato ma superiore ai 6 mesi.
Un lavoratore che ottiene dei contratti temporanei può accumulare l’indennità di disoccupazione allo stipendio percepito. Per poter mantenere l’indennità deve però dichiarare all’INPS il reddito che presumibilmente otterrà da tali opportunità lavorative; lo stesso avviene nel caso in cui l’attività lavorativa sia autonoma.
Per continuare a percepire la NASpI è necessario comunicare queste previsioni di guadagno entro 1 mese dalla richiesta di indennità.

NASpI

A quanto ammonta l’indennità di disoccupazione INPS

L’assegno mensile ammonta al 75% dell’assegno mensile percepito durante il periodo lavorativo precedente alla disoccupazione.

Per calcolare l’indennità di disoccupazione è necessario considerare la retribuzione media mensile ai fini previdenziali, per i 4 anni precedenti al licenziamento. Nel caso in cui la retribuzione media ottenuta da questo calcolo sia superiore a 1.221,44 euro (questo per l’anno 2019, ogni anno l’INPS pubblica nuove cifre), la NASpI è pari al 75% di tale cifra, più il 25% dell’ammontare eccedente.
Da notare che l’INPS stabilisce anche una cifra massima percepibile come indennità di disoccupazione, che per il 2019 è pari a 1,378,76 euro.

Per effettuare un calcolo esatto si deve considerare la retribuzione imponibile ai fini previdenziali dei 4 anni precedenti alla disoccupazione, la si divide per le settimane di contribuzione e la si moltiplica per un coefficiente stabilito dall’INPS, pari a 4,33.

Da notare il fatto che a partire dal quarto mese, l’indennità diminuisce del 3% ogni mese. L’indennità diminuisce se il lavoratore svolge altre attività lavorative subordinate o autonome. Per calcolare la diminuzione è necessario considerare gli appositi regolamenti pubblicati periodicamente dall’INPS.

Pagamenti: come e quando

La NASpI è versata mensilmente, a partire dal quattordicesimo giorno del mese, considerando però che se tale giorno cade di sabato o di domenica l’INPS anticipa il versamento dell’indennità.
Per quanto riguarda il primo assegno è necessario attendere che la richiesta sia accolta; in ogni caso la prima mensilità sarà saldata a partire dall’ottavo giorno successivo al licenziamento.
Oltre a questo spesso si verificano disguidi e ritardi, quindi non è infrequente che il disoccupato cominci a percepire la NASpI a partire da 2-4 mesi dopo il licenziamento; in questo caso comunque otterrà tutti i rimborsi riguardanti i mesi precedenti.
Nel caso in cui il disoccupato abbia presentato domanda dopo 8 giorni dal licenziamento, il calcolo della prima mensilità comprenderà i giorni successivi a quello in cui è stata presentata la richiesta.

Le indennità di questo genere possono essere pagate tramite bonifico bancario o postale, non possono essere richiesti pagamenti in contanti.

NASpI e Bonus Renzi

Ad oggi il cosiddetto Bonus Renzi è ancora corrisposto a tutti i lavoratori dipendenti italiani. Si tratta di fatto di una agevolazione sulle imposte, riconosciuta a tutti coloro che hanno redditi compresi tra 8.200 e 24.600 euro.
Sono compresi anche tutti coloro che percepiscono qualsiasi genere di prestazione a sostegno del reddito personale; per cui anche chi è disoccupato e ha diritto all’indennità di disoccupazione INPS otterrà il bonus Renzi, visto che i redditi da NASpI sono inferiori ai 24.600 euro.

Il bonus è ad oggi pari a 80 euro, ma tale cifra diminuisce con l’aumentare del reddito; per coloro che percepiscono la NASpI il bonus è riconosciuto in modo del tutto automatico, quindi non è necessario fare richiesta. Il pagamento però non è effettuato in concomitanza al versamento dell’indennità di disoccupazione; si percepisce il bonus mensilmente, nel corso dell’ultima settimana del mese.

Novità per il 2020

La nuova legge di bilancio 2019 ha previsto alcuni cambiamenti per quanto riguarda il Bonus Renzi. Molti di essi entreranno in vigore a partire dal 1° luglio 2020. In particolare si tratta di allargare la platea di lavoratori interessati al bonus e di aumentare la cifra massima disponibile.
Per tutti i lavoratori che hanno un reddito compreso tra 8.200 e 28.000 euro il bosnu passerà da 80 a 100 euro mensili. Chi percepisce un reddito annuo compreso tra 28.000 e 35.000 euro invece otterrà un bonus che diminuisce progressivamente, fino a 80 euro per la cifra massima.
Il bonus sarà ampliato ai redditi fino a 40.000 euro il bonus si abbasserà progressivamente, fino ad azzerarsi al raggiungimento della cifra massima.

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