Moneta online, le regole in Italia, in Europa e nel mondo

La moneta online, conosciuta soprattutto con il nome di criptovaluta, è al centro di un grande dibattito internazionale, sono tanti gli Stati scettici che la ritengono di impatto negativo per l’economia, mentre altri non si pronunciano sulla questione o non ne vietano la circolazione.

Tra le nazioni più favorevoli ci sono gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, Canada e Australia stanno ancora valutando la situazione, mentre Paesi come la Cina e la Russia l’hanno proibita.

Gli Stati Uniti e i BitCoin

Il governo federale degli USA ha fatto sapere che non è una prerogativa quella di regolamentare il Blockchain, la tecnologia che sta alla base dei Bitcoin, per cui ogni Stato è libero di attuare i propri regolamenti, come avviene già con le regole finanziarie.

Nel 2015 New York è stato il primo a regolare le società impegnate nel settore della moneta online, poi nel 2017 altri 8 Stati hanno fatto proposte di legge a favore dell’uso del Bitcoin e della Blockchain, due hanno già approvato: l’Arizona e il Vermont.

Il Bitcoin dovrebbe avere le stesse salvaguardie finanziare degli asset tradizionali, anche se il Dipartimento del Tesoro ha dichiarato di prevedere una revisione delle pratiche che riguardano le criptomonete dove c’è la possibilità di riciclaggio di denaro e finanziamenti al terrorismo.

L’Europa e la moneta online

L’Unione Europea ha lanciato l’allarme più volte, mettendo in guardia gli investitori e informandoli che il prezzo del Bitcoin può cadere in qualsiasi momento.

Il vicepresidente della Commissione UE responsabile dell’Euro ha chiesto alle autorità di supervisione Eba e Esma di essere più chiari, al fine di evitare che investitori e consumatori possano avere delle grosse perdite, per colpa delle volatilità dei prezzi.

La Francia ha da poco alzato le barriere contro il Bitcoin e le criptovalute cercando di bloccarne il loro utilizzo in attività illecite, come il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo.

La Germania fa sapere della necessità di una regolamentazione delle valute digitali a livello internazionale, tuttavia, la moneta online per la legge tedesca, sono strumenti finanziari, una sorta di denaro privato che può essere tassato come capitale, ma per farne alcuni precisi utilizzi servono permessi e licenze.

In Spagna le criptovalute sono tassabili come sistemo di pagamento elettronici con una legge che regola le scommesse, ma per altri utilizzi non si sa ancora come gestirle.

L’Austria regola tutti i servizi finanziari che riguardano le valute virtuali, mentre la Banca Nazionale del Belgio, dichiara le criptovalute illegali. La Svizzera regolamenta e ammette l’uso di criptovalute come i BitCoin.

L’Italia e le criptovalute

In Italia non vi è una regolamentazione precisa sulle criptovalute, bisogna far riferimento al Decreto Legislativo 25 maggio 2017, n. 90, che contiene la IV Direttiva antiriciclaggio, che ha conseguenze anche per coloro che operano con le criptovalute.

Nel testo vi è la definizione giuridica di valuta virtuale e cambiavalute virtuali per i quali sono previsti una licenza e l’iscrizione in un registro apposito. Dal testo si deduce che le norme antiriciclaggio valgono anche per le criptomonete.

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