90 miliardi di euro non dichiarati al fisco italiano
Vicino a quota 90 miliardi di euro l’ammanco di base imponibile da tassare da parte dell’Agenzia delle Entrate. La quota record rappresenta circa l’11 % dell’intero gettito potenziale, mentre si aggira intorno ai 400 miliardi di euro l’incasso dell’erario, tassato in maniera diretta dallo Stato. I dati sono stati forniti dalla stessa amministrazione finanziaria ed è basata sia sulle dichiarazioni fiscali presentate che sui dati di contabilità nazionale. I dati forniti pertanto il tax gap, cioè la differenza tra le imposte incassabili qualora tutti i contribuenti versino quanto preventivato, e quanto effettivamente riscosso dall’erario. Il tax gap è in ogni caso una rappresentazione più ampia del mancato introito per evasione fiscale. Infatti sebbene, le frodi e gli occultamenti di materia imponibile siano i casi più frequenti nel panorama evasivo, occorre anche considerare che all’interno del tax gap sono presenti anche i mancati versamenti generati da
errori nell’interpretazione delle norme tributarie e alla crisi di liquidità prodotta dal ciclo economico (parliamo di imposte dichiarate ma non versate a causa di problemi di liquidità).
In base ai calcoli fatti dal Ministero Economia e Finanze nel periodo 2007 – 2012 è di circa 91 miliardi di euro il valore delle imposte che non sono state soggette a tassazione. Nel 2013 la percentuale di tax gap è stata la più bassa del periodo, e la motivazione è da ricercarsi nell’alto grado di compliance che si è avuto in quell’anno. L’analisi ha riguardato anche il grado di incisività dei controlli fiscali nei confronti del tax – gap. Questo tenendo presente che il volume totale del gettito totale è formato dagli incassi derivanti da attività di controllo, da quelli derivanti dai controlli formali e da quelli derivanti dai controlli automatizzati delle dichiarazioni (nel 2014 tale gettito è stato pari a 14,2 miliardi di euro). L’indice in questione ha avuto un incremento a partire dal 2006 (dove il valore si attestava attorno al 3 %) sino al 2014 (anno record dove l’incidenza dell’attività di controllo è stata pari al 10,84 %).