E-commerce in Italia: statistiche 2020

Gli e-commerce in Italia vivono da sempre un importante ritardo rispetto a quanto avviene nel resto d’Europa. Nel senso che sono ancora decisamente poche le spese che effettivamente oggi si fanno online, se confrontate con il totale del fatturato della vendita al dettaglio. Nel corso del 2020 abbiamo però potuto apprezzare un importante spinta in avanti, correlata anche al periodo di lock down dovuto alla pandemia da Coronavirus.

Le vendite negli e-commerce in Italia

Considerando esclusivamente le vendite al dettaglio, in Italia nel 2019 il fatturato degli e-commerce rappresentava un poco più del 5% del totale. Considerando il 2020 tale fatturato ha sfiorato l’8% di quello di tutte le vendite al dettaglio. Si tratta di numeri importanti, con alcuni settori che si sono dimostrati particolarmente trainanti.
Il totale degli acquisti online fatti dai consumatori italiani arriva già, verso fine anno, a superare i 22 miliardi di euro; si tratta di circa il 26% in più del fatturato del 2019.
Ovviamente non tutti i settori del commercio mostrano i medesimi aumenti. Ci sono ambiti in cui lo sviluppo è stato superiore al 50%, complice il lock down.

e-commerce in Italia

Nuovi settori dell’e-commerce in Italia

Di fatto la sorpresa del 2020 è arrivata dal comparto alimentare, che precedentemente mostrava fatturati decisamente poveri. Nel corso del 2020 si è avuto un aumento del 56% nel fatturato di questo ambito, considerando esclusivamente l’e-commerce. In particolare si deve poi anche notare che sono i piccoli negozi di quartiere ad aver dato il maggior impulso al settore.
Alcune ricerche, come ad esempio quella effettuata dall’osservatorio B2C del Politecnico di Milano, ci raccontano la realtà degli e-commerce in Italia oggi. Arredamento e home living hanno visto un aumento nelle vendite online del 30%; l’informatica e l’elettronica di consumo hanno aumentato il fatturato di circa il 20%; per quanto riguarda l’abbigliamento il fatturato è cresciuto “solo” del 21%, anche se è importante considerare il peso di questo ambito all’interno delle vendite online. Se nel 2019 l’abbigliamento era il secondo comparto merceologico nella classifica delle vendite online nel nostro Paese, oggi è tallonato per fatturato dall’arredamento e dagli alimentari.

Un’importante modifica nei comportamenti si è notata non solo da parte dei consumatori, ma anche per quanto riguarda le imprese commerciali. Oggi sempre più spesso le campagne di marketing e promozionali passano attraverso i siti internet aziendali. E non stiamo parlando esclusivamente delle grandi catene di negozi, ma che delle piccole realtà locali.

Come cambiano le abitudini degli italiani

Nel corso del 2020 le abitudini degli italiani sono cambiate profondamente. Anche per quanto riguarda l’utilizzo degli e-commerce. La principale motivazione di questi cambiamenti non è culturale, ma la si deve direttamente correlare alla pandemia da coronavirus, per altro ancora in atto.
Il lock down, che per molte persone si è prolungato per alcuni mesi, da marzo fino a maggio 2020, ha costretto tanti a utilizzare nuove modalità di acquisto. Chiaramente in una situazione di isolamento, con difficoltà nel raggiungere negozi e supermercati, sono moltissimi i consumatori che si sono rivolti ai negozi online.
L’incremento del fatturato che si è notato nel corso del 2020 per gli e-commerce deve essere poi considerato come eccezionale anche per altri motivi. Si sta infatti verificando una crisi commerciale importante; i commercianti sono infatti tra i settori che più hanno sofferto a causa del lock down. Lo stesso dicasi poi per il comparto turistico, ma anche per quanto riguarda l’intrattenimento.

Il tentativo di raggiungere comunque i propri clienti, di offrire i prodotti a un numero sufficiente di persone anche durante il lock down ha costretto numerosi negozi ad attivare i canali di vendita telematici.
Proprio per questo nell’aumento generalizzato delle vendite online dobbiamo notare in modo particolare l’offerta nuova, quella che proviene dai piccoli negozi di quartiere.
E infatti lo si nota direttamente dai dati della ricerca di B2c: è il comparto alimentare a mostrare la maggiore crescita.
Per spiegarci con un esempio chiaro: la famiglia di Vigevano che ha fatto acquisti online ha comprato, in un numero importante di occasioni, i pomodori e le fragole dal fruttivendolo del quartiere.

Le grandi catene commerciali

Chiaramente anche le grandi catene hanno potuto apprezzare un aumento importante delle vendite. Da un certo punto di vista hanno goduto del vantaggio che mostravano da tempo sui piccoli negozi. La grande piattaforma online, la catena di supermercati con il servizio di spesa a domicilio, il gruppo in franchising con moltissimi punti vendita sul territorio, sono tutte realtà che già negli anni passati avevano investito sulle vendite online.
All’arrivo della pandemia hanno semplicemente implementato strumenti già a loro disposizione, hanno utilizzato mezzi già collaudati da tempo. Che hanno comunque necessitato di una spinta ulteriore, si pensi ad esempio alla realtà di alcuni supermercati, che non sono stati in grado di soddisfare tutti i clienti che richiedevano la spesa effettuata online, con consegna a domicilio.
A questa ampia schiera dobbiamo poi aggiungere tutti quei negozi, servizi locali, bar, tabaccherie, ristoranti e così via, che sono stati costretti ad avviare le vendite online.
Nel corso dell’estate 2020 la gran parte di coloro che durante il lock down hanno avviato la vendita tramite e-commerce, hanno mantenuto il medesimo servizio anche a negozi aperti.
Questo perché molti consumatori continuano a preferire un canale a distanza, che evita gli spostamenti e i contatti con persone sconosciute.

Perché gli italiani non compravano online

Le motivazioni per cui molti italiani non compravano prodotti online sono varie. Per altro sono ancora tanti coloro che continuano a non farlo, prediligendo i canali tradizionali.
Una delle motivazioni è correlata a una sorta di analfabetismo digitale: gli italiani che sono in grado di accedere alla rete, trovare un prodotto e farselo inviare a casa sono in numero ridotto, considerando il totale della popolazione. Tra i più giovani, con età inferiore ai 45 anni, chiaramente i numeri salgono; scendono però con l’aumentare dell’età. Gli italiani con più di 65 anni solo raramente hanno le capacità e gli strumenti necessari per fare acquisti in rete.
Oltre a questo permane una certa diffidenza, sia nei confronti del commercio elettronico, sia nei confronti dei metodi di pagamento elettronico.
Intendiamoci, la maggior parte degli italiani possiede una carta di debito, collegata al conto corrente personale o di famiglia. Spesso però la carta è utilizzata per prelevare dei contanti presso uno sportello ATM, con cui pagare le spese quotidiane.
L’idea di utilizzare la carta, di debito o di credito, per saldare un conto in rete, in modo completamente online, è per tanti ancora molto lontana dal comportamento quotidiano.
Proprio per questo l’attivazione di e-commerce da parte del piccolo negozio di quartiere ha fatto da tramite per un più ampio accesso al mondo degli acquisti online.
Una cosa è pagare il conto di un grande sito di una multinazionale straniera; un’altra cosa è ordinare la carne dal macellaio di fiducia, effettuando l’acquisto e il pagamento sul sito internet del negozio.
Sta di fatto che questo tipo di realtà ha aperto la porta anche a tutti gli altri e-commerce disponibili.

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